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Il Decreto Dirigenziale 28 settembre 2012 autorizza la disattivazione della Centrale Nucleare del Garigliano, sita in via Appia km 160,400 – 81037 Loc. San Venditto di Sessa Aurunca (CE), della Società Sogin S.p.A., ai sensi dell’art. 55 del Decreto legislativo n. 230/95 e s.m.i. e dell’art. 24, comma 4, del Decreto Legge n. 1/12, convertito con modificazioni nella Legge n. 27/12.

Il Ministero dello Sviluppo economico ha quindi approvato il decreto che autorizza lo smantellamento della centrale nucleare “Garigliano” di Sessa Aurunca (CE).
Con il decreto dirigenziale 28 settembre 2012, Sogin (la società di Stato incaricata della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) è stata autorizzata ad eseguire le operazioni – sotto la vigilanza dell’Ispra – connesse alla disattivazione accelerata della centrale in un’unica fase, fino al rilascio incondizionato del sito.
Le operazioni dovranno essere eseguite secondo quanto indicato nel documento Sogin Doc. Gr Dr 00131 rev.1 “Centrale Nucleare del Garigliano – Rapporto di aggiornamento complessivo del Piano di disattivazione” del 20 ottobre 2011, nel rispetto di una serie di condizioni indicate nell’articolo 2 del decreto dirigenziale del MISE.

La centrale
La centrale elettronucleare Garigliano è una centrale elettronucleare situata nel comune di Sessa Aurunca (CE) e avente un unico reattore da 150 MW di potenza elettrica netta, a uranio leggermente arricchito, moderato ad acqua leggera e raffreddato secondo lo schema BWR 1 [1] (di prima generazione).
Costruita dal 1º novembre 1959 al 1º gennaio 1964 dalla Società Elettronucleare Nazionale S.p.A. (SENN S.p.A., ai tempi parte del gruppo IRI-Finelettrica e compartecipata anche da Finmeccanica e Finsider) sotto l’egida del CNRN e con tecnologia della società americana General Electric, ha iniziato l’attività commerciale dal 1º giugno 1964.
In seguito alla creazione dell’Enel, venne ceduta a quest’ultima dalla Società Elettronucleare Nazionale S.p.A..
È stata oggetto di un guasto a un generatore di vapore nel 1978 e, dopo aver valutato come antieconomici i costi della sua riparazione vista la poca vita residua dell’impianto,[2] è stata spenta definitivamente il 1º marzo 1982.

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